Erano anni ferventi con il boom economico alle spalle, anni pieni di contraddizioni.
Anni del libretto rosso, del pugno alzato.
C'erano i cortei. Si contestava tutto.
Dal cortile Premoli con il portone che dava in via XX Settembre, quante sfilate vocianti ho viste passare.
Anche gli artisti contestavano: chi si riappropriava dell'oggetto, chi invadeva gli spazi con strutture a volte leggere a volte minacciose; chi cercava lo spazio, chi il filo del discorso.
Alcuni preferivano il legno, altri il ferro od il cemento, altri l'immagine.
Erano tutte iniziative tese a portare ai più nuove tendenze, a spiegare che le mappe della vita non sono solo oggettuali, ma sono anche mentali.
Quante volte mi hanno detto in Galleria che i "pettini" di Capogrossi li avrebbero fatti meglio loro, che le strutture di cemento di Staccioli erano da levigare meglio.
Un noto architetto mi diceva che quello che presentavo era arte da poco, io gli rispondevo che era arte per pochi.
Sbagliavamo entrambi perché ... che cos'è l'arte?
Alla fine della giostra (non quella di Giuliano Mauri) gli ho regalato un Baratella cm 140x140.
...erano gli anni '70.
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